SCIENTIFIC TALK DIABETE E MALATTIA RENALE CRONICA
Scientific board
Riccardo Candido
Destinato a
MEDICO CHIRURGO, INFERMIERE, FARMACISTA, BIOLOGO, PODOLOGO
nelle discipline: Tutte le discipline del medico, Infermiere, Farmacista, Biologo e Podologo
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Razionale generale
La malattia renale cronica (MRC) è un problema di salute pubblica a causa della costante crescita della sua prevalenza, che è aumentata di oltre l’85% tra il 1990 e il 2016, secondo il Global Burden of Disease. Secondo le attuali linee guida KDIGO, la stadiazione della CKD tiene conto della presenza e della gravità dell’albuminuria e/o della riduzione del filtrato glomerulare (velocità di filtrazione glomerulare stimata, eGFR), prevedendo 6 classi di peggioramento del rischio cardiorenale basate sui valori di eGFR e 3 categorie di albuminuriaLa presenza di MRC espone il paziente ad un aumentato rischio di progressione verso la malattia renale allo stadio terminale (ESRD), ma anche di sviluppare eventi cardiovascolari (CVD) fatali e non fatali (infarto miocardico, ictus, insufficienza cardiaca, vasculopatia periferica), come così come un aumento della mortalità generale.
Il diabete mellito (DM) è la principale causa di MRC nei paesi industrializzati e la micro/macroalbuminuria è stata storicamente considerata il suo segno distintivo.
La MRC è una complicanza frequente del diabete mellito sia di tipo 1 (T1D) che di tipo 2 (T2D); in particolare, circa il 40-50% dei soggetti affetti da T2D sviluppa, nel corso della propria vita, qualche forma di danno renale. Questa complicanza renale è gravata da un'elevata mortalità, soprattutto per complicanze cardiovascolari, tanto da superare, soprattutto negli stadi più avanzati, la soglia possibilità di raggiungere la dialisi.
Fino a non molti anni fa l’unica terapia della MRC nei pazienti con diabete erano i farmaci che bloccano il sistema renina-angiotensina. Più recentemente sono stati introdotti gli SGLT2 inibitori che rappresenta oggi i farmaci di prima linea nel trattamento della persona con DT2 e MRC. Ultimamente anche i GLP-1 AR hanno un effetto nefroprotettivo nelle persone con DT2. Nonostante l’utilizzo di questi farmaci esiste un rischio residuo di sviluppare la MRC nelle persone con DT2.
Sono stati recentemente pubblicati i risultati di due trial clinici, il FIDELIO ed il FIGARO che hanno mostrato in maniera molto chiara e significativa come un nuovo antagonista recettoriale dell’aldosterone non steroideo, il Finerenone, sia in grado di ridurre nelle persone con DT2 e MRC la progressione del danno renale e del rischio di eventi cardiovascolari ad esso associato, indipendentemente dall’utilizzo degli altri farmaci nefroprotettivi.