LINFOMA DI HODGKIN: nuovi standard di cura del paziente di nuova diagnosi e recidivato, refrattario
Scientific board
Guido Gini
Dirigente Medico Ematologo
Clinica di Ematologia - Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti - Ancona
Gerardo Musuraca
Responsabile SSD Ematologia e Trapianti Cse
Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” – Meldola (FC)
Cinzia Pellegrini
Dirigente medico ematologo
Unità Operativa di Ematologia - Dipartimento Malattie oncologiche ed ematologiche
Policlinico di Sant’Orsola - Bologna
COMUNE
BOLOGNA
Destinato a
MEDICO CHIRURGO
nelle discipline: EMATOLOGIA; ONCOLOGIA
CONDIVIDI
ID ECM: 331-423030
Dal 18/09/2024
al 18/09/2024
Crediti ECM 7
Ore totali 7
Posti 13
Sei interessato?
Contatta l'help desk al numero +39 0382 1752851 oppure invia una email a info@fenix-srl.itRazionale generale
I linfomi maligni rappresentano una delle più frequenti tipologie di tumore nel mondo occidentale, con un’incidenza pari a 19-20 casi per 100.000 abitanti. La loro incidenza è influenzata da fattori geografici, razziali, temporali ed è superiore nei soggetti di sesso maschile e di razza bianca.Sulla base della classificazione proposta dalla World Earth Organization (WHO) ad oggi esistono più di 60 tipi di linfoma maligno, ognuno con proprie caratteristiche patologiche e cliniche. I linfomi ritenuti a maggiore incidenza sono i linfomi a grandi cellule B, i linfomi follicolari e i linfomi di Hodgkin. In Italia si stima che ogni anno vengano diagnosticati circa 16.000 nuovi casi di linfoma.
La ricerca ha fatto grandi passi avanti per la cura dei linfomi che rappresentano indubbiamente uno degli esempi di neoplasia in cui la moderna onco-ematologia ha ottenuto i migliori risultati terapeutici soprattutto in confronto ad altre neoplasie solide. Infatti con recenti nuove associazioni di farmaci è possibile ottenere delle risposte complete che variano tra l’60-80% dei casi, in considerazione dell’età del paziente e del tipo istologico.
Per il LH di nuova diagnosi o recidivato/refrattario, l’associazione di chemioterapia immunoterapia e radioterapia rappresenta ancora il trattamento standard con una possibilità di guarigione in quasi il 90% dei casi.
Scientific board
Dirigente Medico Ematologo
Clinica di Ematologia - Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti - Ancona
Gerardo Musuraca
Responsabile SSD Ematologia e Trapianti Cse
Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” – Meldola (FC)
Cinzia Pellegrini
Dirigente medico ematologo
Unità Operativa di Ematologia - Dipartimento Malattie oncologiche ed ematologiche
Policlinico di Sant’Orsola - Bologna
Relatori
Melania Celli – Ospedale infermi – Rimini
Francesca D’Adamo – Ospedale Pesaro
Leonardo Flenghi – AOU Perugia
Roberta Martiniani – AOU Terni
Maria Elena Nizzoli - Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia
Elsa Pennese – Ospedale Pescara
Paola Picardi – Ospedale Ascoli
Caterina Plenteda – Ospedale Maggiore di Parma
Monica Tani – Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna